Cari lettori,
a parecchie persone pare che sia un gioco scrivere il mio blog ma la realtà è diversa perché per me è un vero e proprio lavoro.
Credo di dover ringraziare pochi, se sono arrivato a scrivere addirittura sui social, ed è grazie a quelle poche persone se sono qui ad emergere nonostante tutte le difficoltà.
Per aderire utilizzo attuali pensieri di inclusione attraverso una attenta certezza linguistica ottenuta con anni di ascolto e lavoro, divertendomi spesso a mettere in difficoltà chi mi aiuta.
Gestire ogni articolo non è sempre facile, devo pensare nel dettaglio i continui attuali argomenti da creare.
Lodevoli questi pensieri, se sanno di speranza, ma pochi sanno capire… purtroppo.
Questo includermi nei social, attraverso i miei post, aiuta comunque le persone a comprendere che per entrare a far parte di un percorso attento di inclusione bisogna intuire il grande impegno e il tempo che dedico nello scrivere.
La cosa che più mi fa arrabbiare sapete qual è?
Che in questo periodo, più volte i social sono serviti a vedere chi si è svagato e divertito. Troppo spesso le persone emergono come espansori della pandemia, in pochi pensano di errare e questo stimola cinismo in me.
A pochi interessa, ovviamente la mia ira, ma la decisione di scrivere sui social serve a volte per fermare stereotipi con pensieri definitivamente più intelligenti.
Terminata la decisione su che storia scrivere, seguendo il proprio istinto, bisogna pur osare a pubblicarla per cercare di far riflettere persone nel modo più fertile possibile.
Leggete e terrete, se volete, un pratico fedele comprendere rasente e sintetico.
Credo di dover ringraziare pochi, se sono arrivato a scrivere addirittura sui social, ed è grazie a quelle poche persone se sono qui ad emergere nonostante tutte le difficoltà.
